Riscaldamento: cosa cambia con il decreto del MiTE
Nuovi provvedimenti in vista per il riscaldamento 2022/2023
La crisi energetica inaspritasi successivamente alla Guerra in Ucraina - e le problematiche relative alla dipendenza dal gas russo - non fanno altro che alimentare il clima di sconforto generale che sta imperversando nel nostro paese. Il rincaro dei prezzi e il rialzo delle bollette sono solo alcune delle gravi conseguenze derivanti da questo periodo, per non parlare delle ripercussioni psicologiche.
Molti di noi sono preoccupati per l’imminente arrivo delle bollette della luce e del gas e l’inflazione sta spianando la strada a un inverno in cui i cittadini italiani dovranno affrontare numerosi rialzi dei costi della vita. Seppur molti progetti in materia di finanza sostenibile, economia green e risparmio energetico siano stati avviati per sopperire alla crisi e perseguire il percorso verso la transizione energetica, la situazione rimane preoccupante. A tal riguardo sono stati presi provvedimenti che coinvolgeranno le abitudini invernali di tutti noi, a partire dalle dinamiche di riscaldamento.
In questo articolo ti spiegheremo i provvedimenti in vista del nuovo decreto emesso dal MiTE, il Ministero della Transizione Ecologica, per le dinamiche invernali e cosa succederà al nostro riscaldamento in questa stagione 2022/2023. Inoltre, ti spiegheremo perché la scelta di passare al solare potrà aiutarti a risparmiare in bolletta producendo al contempo energia pulita e rinnovabile.
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Il piano di contenimento dei consumi del gas
Entriamo nel vivo della crisi energetica. Il 6 ottobre 2022 Roberto Cingolani, il ministro della Transizione Ecologica, ha firmato il nuovo decreto sui riscaldamenti 2022-2023. Questo provvedimento interviene direttamente sulle date e le fasce orarie stabilite precedentemente dal lontano D.P.R. 412/1993 modificando le dinamiche e le ore di fruizione, escludendo però le abitazioni della cosiddetta Zona F, ovvero quella in cui rientrano i comuni più freddi d’Italia, come Belluno, Trento o Cuneo.
Continua a leggere per scoprire di più!
Riscaldamento in ambito residenziale: come funzionava fino al 2021
Prima di spiegarti nel dettaglio le nuove direttive emanate dal nuovo decreto, facciamo prima un passo indietro. Il precedente decreto presidenziale in vigore fino al 2021 aveva messo precisi paletti ai sistemi di climatizzazione invernale a gas a seconda della zona geografica. Al suo interno vi erano definite temperature, ore di funzionamento e date di accensione e spegnimento. Quest’ultime nello specifico erano le seguenti:
- Zona A: 6 ore giornaliere dal 1° dicembre al 15 marzo;
- Zona B: 8 ore giornaliere dal 1° dicembre al 31 marzo;
- Zona C: 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;
- Zona D: 12 ore giornaliere dal 1° novembre al 14 aprile;
- Zona E: 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 14 aprile;
- Zona F: nessuna limitazione.
La temperatura degli impianti di riscaldamento centralizzati, secondo la legge, doveva essere impostata entro i 20°C, con una tolleranza di 2°C in eccesso all’interno di abitazioni, uffici e scuole. Per gli edifici adibiti ad attività aziendali, industriali o artigianali il limite si abbassava a 18°C.
Cosa succederà col nuovo decreto? Scoprilo nel prossimo paragrafo!
Riscaldamenti 2022/2023: il nuovo decreto del MiTE
Secondo il nuovo decreto l’esercizio sarà ridotto complessivamente di 15 giorni e di un’ora al giorno. Slitta di 8 giorni la data di avvio, mentre è anticipata di 7 quella di spegnimento.
Di seguito le nuove linee direttive suddivise per zone corrispondenti a determinate aree geografiche:
- Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
- Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
- Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
- Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
- Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
- Zona F: nessuna limitazione.
Durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione invernale, il provvedimento imporrà che la media ponderata delle temperature dell’aria, misurata per i singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, non superi i 19°C (con una tolleranza di 2°C), e i 17°C (+/- 2°C di tolleranza) negli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili.
In altre parole: il riscaldamento delle nostre abitazioni non dovrà superare i 19°C.
Nell’eventualità dovessero capitare situazioni climatiche particolarmente severe, però, le autorità comunali - previa autorizzazione - potranno autorizzare l’accensione dei riscaldamenti a gas anche al di fuori dei periodi indicati nel decreto, a patto che abbiano una durata giornaliera ridotta.
Conclusione
Insomma, lo scenario che ci si prospetta davanti per l’inverno imminente è uno scenario di sacrifici e di … freddo. Il nostro Governo sta facendo il possibile per arginare la situazione e permettere a tutti i cittadini italiani di poter usufruire di tutta l’energia necessaria a far funzionare il nostro riscaldamento. Ma tutti noi, uniti, dobbiamo fare dei sacrifici per contrastare questa situazione di crisi e non sopperire ai rincari dei costi della vita.
Oltre che stringere i denti e sottostare alle nuove direttive di questo decreto, però, possiamo fare di più. Cosa? Passare all’energia solare rientra sicuramente tra le soluzioni più vantaggiose per sfuggire ai rincari della bolletta del gas e della luce e vivere uno stile di vita sostenibile.
Installando un impianto fotovoltaico sul tuo tetto, infatti, potrai perseguire l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza energetica, poiché potrai autoconsumare all’interno della tua abitazione la stessa energia che produrrai con i tuoi pannelli solari, e ciò comporterà una drastica diminuzione dei tuoi costi in bolletta.
Le utenze elettriche presenti in casa tua - come, per esempio, la cucina a induzione o il riscaldamento elettrico, il condizionatore o, addirittura, il tuo veicolo ibrido! - potranno essere alimentate con l’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico, e ciò ti renderà sempre più indipendente dalla rete elettrica nazionale.
Ma questa scelta non ti comporterà giovamento solo da un punto di vista economico, tutt’altro! Passare al solare è anche una scelta eticamente consapevole per la salvaguardia del nostro pianeta! Aiuterai, infatti, la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, perseguendo la lotta contro la carbon footprint e il surriscaldamento globale.
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Domande frequenti
Quando è prevista l'accensione dei termosifoni questo inverno?
Secondo le nuove direttive emanate dal decreto del MiTE firmato il 6 ottobre, la data di accensione è stata posticipata di 8 giorni rispetto all’anno scorso, così come quella di spegnimento è stata anticipata di 7. Per la zona A e la zona B le accensioni avverranno l'8 dicembre, per la zona C il 22 novembre, per la zona D l'8 novembre e per la zona E il 22 ottobre.